Primo anno 2021-africa
“Il mondo è donna” è un progetto della durata di 7 anni nato dalla collaborazione del Centro per la Pace, Artemisia e COOLtour. Questo si sviluppa dall’esigenza di offrire una dinamica globale sul problema della discriminazione della donna e delle lotte per i diritti civili, e di informare e sensibilizzare i cittadini sul ruolo che questi hanno avuto nel passato e che hanno nel presente. I linguaggi che fungono da strumenti per lo sviluppo degli obiettivi del progetto sono variegati, in modo da coinvolgere più porzioni di comunità possibili: rappresentazioni teatrali, conferenze, laboratori interattivi. Importante è la collaborazione con i giovani, l’università, le scuole, attraverso eventi ed attività per gli interessati.Il progetto parte nel 2020 con un’introduzione sul ruolo della donna nelle azioni sociali e di impegno civile, sia a livello locale che in generale e per introdurre il filone pluriennale si è scelta la prima figura emblematica del progetto, l’archetipo della donna ribelle per eccellenza: Antigone.
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1 luglio: incontro su Miriam Makeba
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14 settembre: incontro su Agitu Ideo Gudeta
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22 settembre: incontro su Wangari Mathaai
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23 settembre: Antigone. Per un pungo di terra ⟶ Eroina tragica protagonista dell'omonimo dramma di Sofocle. Antiautoritaria e femminista, Antigone è una figura estremamente moderna, che continua ad ispirare dibattiti, libri, adattamenti teatrali in tutto il mondo, a migliaia di anni dalla prima rappresentazione della tragedia di Sofocle a cui dà il nome. Lo spettacolo teatrale previsto per l’anno 2020 verrà recuperato nel 2021: Flora Sarrubbo e Diletta La Rosa hanno pensato ad uno spettacolo inedito che va a riattualizzare la figura dell’eroina greca. Lo spettacolo è stato il quinto degli appuntamenti de Il mondo è donna 2021.
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11 ottobre: incontro su Hawa Abdi
Le location selezionate sono state individuate in più quartieri della città per coinvolgere un pubblico più ampio possibile.
Agitu IDEO GUDETA
Agitu Ideo Gudeta nasce il 1 gennaio 1978 ad Addis Abeba. Suo padre si trasferisce negli Stati Uniti come professore universitario, mentre lei vola in Italia, a Trento, per studiare Sociologia. Dopo gli studi decide di tornare nel paese natale, che abbandona definitivamente nel 2010.
Si stabilisce a Frassilongo, un piccolo comune del trentino. Per vivere fa la barista ma il suo sogno era però quello di avere un allevamento di capre. Ben presto questo si realizzerà: apre la sua azienda agricola “La capra felice”, recuperando terreni dismessi e abbandonati. Decide di allevare una razza di capre autoctone e in via di estinzione, la capra Mochena. Usando le conoscenze tramandate da sua nonna, con 11 ettari di terreno e un centinaio di capre, Agitu produce latte, formaggi, yogurt biologici. La sua impresa in località Frassilongo riceve il premio Resistenza Casearia Slow Food, i suoi formaggi hanno rappresentato il Trentino all’expo di Milano e, nel 2010, Legambiente le conferisce la bandiera verde.
Sorridente, forte, coraggiosa e sempre pronta a lottare: questa era Agitu. Le sue lotte rappresentano un grande esempio di impegno per l’integrazione e per un’economia sostenibile.
Ricordiamo ad esempi come prima del suo arrivo in Italia, decise di schierarsi contro il Land Grabbing, ovvero contro l’accaparramento delle terre da parte di multinazionali e paesi stranieri che hanno l’unico obiettivo di sfruttare le terre attraverso tecniche intensive e monoculture estranee ai territori del posto, cacciando i contadini locali. Dopo essere stata riempita di minacce e aver rischiato l’arresto, fuggì in modo definitivo dall’Etiopia
Nel 2018 denuncia il suo vicino di casa, che viene condannato a 9 mesi con l’accusa di lesioni personali: minacce e aggressioni razziste. Nel corso del suo soggiorno in Italia aveva infatti subito minacce e intimidazioni razziste, xenofobe, ma anche legate alla sua femminilità. Si sa: quando è una donna a essere modello di vita, da sempre fastidio
Nel 2019, invece, è tra i finalisti del Premio Luisa Minazzi ambientalista dell’anno, per il suo impegno nel Paese di origine.
Il 29 dicembre 2020 viene uccisa da un suo ex collaboratore -Adam Suleimani-, per un presunto stipendio non arrivato. Quello che inizialmente si pensava essere un atto di razzismo, viene poi rivalutato e confermato come femminicidio.
Murale
Lo scopo era quello di creare un murale dinamico e colorato, che sapesse comunicare la forza, la capacità di tessere relazioni e di lasciare dietro di sé emozioni. La frase emblematica che funge da ispirazione: "dove passi lasci una storia".
Prendendo la figura di Agitu come riferimento:
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alle sue spalle vediamo come lei lasci la sua storia, ricca di energia ed emozioni;
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le scale indicano gli ostacoli da superare, ma anche la determinazione e la capacità di creare ponti tra territori e persone;
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Agitu dondola su un’altalena che ha come base una forma di formaggio, che secondo l'artista rappresenta il dinamismo, la radice nomade, l'imprenditorialità;
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intorno a lei troviamo una rete di persone, simbolo di: mescolanza culturale e comunità.